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DAZI USA DEL 25%: NUOVA SFIDA PER L’AUTOMOTIVE

Indice dei contenuti

Dazi USA del 25% sulle auto importate: minaccia o opportunità per i brand europei?

Il 26 marzo 2025, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato l’introduzione di dazi del 25% su tutte le auto importate negli USA, con entrata in vigore dal 2 aprile. Una mossa che potrebbe ridefinire gli equilibri dell’intera filiera automobilistica, impattando duramente soprattutto i marchi europei. Ma siamo davvero di fronte a una minaccia? Oppure questa può diventare un’occasione strategica per rafforzare il posizionamento dei brand nel mercato americano?

L’America chiama: ritorno alla produzione nella Rust Belt

Perché Trump ha scelto il settore automotive?

La Rust Belt, storica culla della manifattura americana, è in cerca di riscatto. I nuovi dazi puntano a riportare la produzione di auto sul suolo statunitense, creare posti di lavoro e alimentare una nuova fase di crescita industriale interna.

È davvero una buona notizia per l’economia americana?

Solo in parte. Rilocalizzare la produzione richiede tempo, risorse e competenze, e nel breve termine a pagare saranno soprattutto i consumatori: auto più costose e meno opzioni disponibili.

Come reagiranno i brand europei?

BMW, come potrebbe rispondere?

Una delle risposte più immediate potrebbe essere l’espansione degli impianti produttivi già presenti negli USA, come quello in South Carolina. In questo modo BMW eviterebbe i dazi, mantenendo prezzi competitivi e una supply chain più fluida.

Mercedes-Benz seguirà la stessa strategia?

Molto probabilmente sì. Mercedes possiede già uno stabilimento in Alabama e potrebbe rafforzare ulteriormente la propria presenza produttiva. Ma attenzione: produrre in USA ha un impatto diretto sui margini. Sarà essenziale ottimizzare ogni passaggio, dalla logistica alla manodopera.

E Volkswagen? Diversificare per sopravvivere

Per VW, la priorità potrebbe essere espandere la propria influenza nei mercati emergenti, riducendo la dipendenza dagli Stati Uniti. Si apre così una nuova sfida comunicativa: presentarsi come brand globale, non più solo come costruttore europeo.

Dazi come leva di marketing: una nuova narrativa per i brand

È il momento di ripensare il posizionamento

Una crisi può trasformarsi in un’opportunità. Le case automobilistiche europee potrebbero lanciare un messaggio forte al mercato americano:
“Siamo qui. Produciamo qui. Investiamo nel vostro futuro.”
Un cambio di narrativa che può rafforzare la percezione del brand e creare legami più solidi con il cliente finale.

Come possono le concessionarie comunicare questo valore?

Attraverso un marketing locale mirato, contenuti autentici e storytelling territoriale, ogni concessionaria può trasformarsi in un punto di riferimento. Il personale diventa un alleato strategico, ambasciatore del brand e della qualità europea Made in USA.

Le conseguenze di non agire: cosa rischia chi resta fermo?

Prezzi più alti = meno vendite?

Sì. Se il costo dei dazi viene trasferito sui clienti, la competitività dei brand europei rischia di crollare. Il cliente americano è sempre più attento al rapporto qualità/prezzo, soprattutto in un contesto economico incerto.

Guerra commerciale all’orizzonte?

L’Unione Europea ha già preannunciato una risposta “robusta e calibrata”. Ma per le aziende, la vera priorità è mantenere presenza, visibilità e fiducia, anche in un contesto instabile.

E tu, che strategia hai per la tua concessionaria?

Non basta aspettare: è il momento di agire

Chi guida oggi il cambiamento, domani guiderà il mercato. Serve una strategia solida, basata su:

  • Posizionamento distintivo
  • Comunicazione efficace
  • Marketing territoriale su misura

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